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Domanda: "Che cos’è il libro di Enok/Enoch e non dovrebbe essere incluso nella Bibbia?"

Risposta:
Il Libro di Enoc è una delle numerose opere pseudoepigrafiche attribuite a Enok, bisnonno di Noè, cioè Enok figlio di Jared (Genesi 5:18). Uno pseudoepigrafo è un pezzo di letteratura antica che contiene false affermazioni sulla propria paternità. Lo pseudoepigrafo sostiene di avere un autore (di solito noto), ma le sue affermazioni sono infondate.

Enoch è una delle tre persone della Bibbia portate in cielo quando erano ancora in vita (gli altri sono Elia e Gesù). La traslazione di Enoch è raccontata in Genesi 5:24: “Or Enok camminò con DIO; poi non fu più trovato, perché DIO lo prese” (si veda anche Ebrei 11:5). Di solito, quando si parla del Libro di Enoch, si intende 1Enoch, che è interamente conservato solo in lingua etiopica. La Chiesa copta d’Etiopia e la Chiesa ortodossa eritrea accettano il Libro di Enoch nel loro canone biblico. Oltre a 1Enoch, esistono 2Enoch (“Il libro dei segreti di Enoch”) e 3Enoch (“Il libro ebraico di Enoch”). Frammenti del Libro di Enoch in aramaico e in ebraico sono stati ritrovati tra i Rotoli del Mar Morto.

Gran parte del Libro di Enoch è apocalittico: utilizza immagini vivide per predire il destino e il giudizio finale nei confronti del male. C’è una forte enfasi sull’angelologia e la demonologia, e un’ampia porzione del libro riguarda i retroscena di Genesi 6:1-4. Il Libro di Enoch spiega così l’origine dei Nefilim e l’identità dei “figli di DIO”, menzionati in Genesi 6:2 e 4. Il risultato è un pezzo di letteratura non canonica strano e sensazionalistico.

Nella sua stesura etiopica, il Libro di Enoch è organizzato in cinque parti:

Nella prima parte (capitoli 1-36) Enoch annuncia il giudizio di Dio sugli angeli che hanno convissuto con le figlie degli uomini (si veda Genesi 6:1-4). In questa sezione, duecento “Osservatori” angelici si ribellano a Dio e vengono cacciati dal cielo insieme a Satana. Sulla terra, si abbandonano alla propria lussuria e hanno rapporti sessuali con donne umane, generando i Nefilim, una razza di giganti malvagi che terrorizzano il mondo antidiluviano. Enoch vede un luogo “caotico e orribile” e una prigione di fuoco riservata agli angeli che hanno peccato (Enoch 21:3,7).

La seconda parte (capitoli 37-71) contiene tre parabole riguardanti il giudizio apocalittico. Contiene anche la storia della traslazione di Enoch in cielo (si veda Genesi 5:24). In questa sezione, Enoch descrive l’attività di un angelo chiamato Gadreel: “Egli mostrò ai figli degli uomini ogni sorta di colpi mortali, traviò Eva e fece conoscere ai figli degli uomini lo scudo, la corazza, la spada da battaglia e tutte le armi della morte. E [queste armi di morte] sono uscite dalla sua mano contro gli abitanti della terra, da quel giorno e per sempre” (tradotto da: Enoch 69:6–7, trad. da Charles, R. H., 1917).

La terza parte (capitoli 72-87) è principalmente una spiegazione di come si muovono gli astri nei loro percorsi, secondo una visione avuta da Enoch.

La quarta parte (capitoli 88-90) contiene la visione di Enoch del diluvio imminente e le profezie riguardanti altri eventi non ancora avvenuti, tra cui l’Esodo, la conquista di Canaan, la costruzione del tempio, la caduta del Regno del Nord, la distruzione di Gerusalemme, il giudizio finale, la costruzione della Nuova Gerusalemme, la risurrezione dei santi e la venuta del Messia.

La quinta parte (capitoli 91-105) annuncia sventure per i peccatori e promette benedizioni per i giusti. Si conclude con una promessa di pace ai “figli della rettitudine” (Enoch 105,2).

Il libro biblico di Giuda cita il capitolo 1 del Libro di Enoch in Giuda 1:14-15: “Ebbene, per loro profetizzò anche Enok, il settimo da Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi, per far giudizio contro tutti e per convincere tutti gli empi di tutte le opere d’empietà che hanno commesso empiamente e di tutte le parole offensive che gli empi peccatori hanno proferito contro di lui»”. La citazione di Giuda non significa che il Libro di Enoch sia ispirato da Dio o che debba essere inserito nella Bibbia.

Quella di Giuda non è l’unica citazione nella Bibbia di una fonte non biblica. L’apostolo Paolo cita Epimenide in Tito 1:12, ma questo non significa che dobbiamo dare ulteriore autorità agli scritti di Epimenide. Lo stesso vale per Giuda1:14-15. Il fatto che Giuda abbia citato il Libro di Enoch non vuol dire che l’intero Libro di Enoch sia ispirato o anche solo vero. Significa semplicemente che quel particolare passaggio di Enoch è vero. È interessante notare che nessuno studioso ritiene che il Libro di Enoch sia stato veramente scritto dall’Enoch che appare nella Bibbia. L’Enoch della Bibbia era nato sette generazioni dopo Adamo, prima del diluvio (Genesi 5:1-24). Evidentemente, però, le parole citate da Giuda erano davvero qualcosa che Enoch aveva profetizzato, altrimenti la Bibbia non gliele avrebbe attribuite: “Per loro profetizzò anche Enok, il settimo da Adamo” (Giuda 1:14). Questo detto di Enoch è stato in qualche modo tramandato attraverso le generazioni e infine registrato nel Libro di Enoch.

Dovremmo trattare il Libro di Enoch (e altri libri simili) nello stesso modo in cui trattiamo gli altri scritti apocrifi. Alcune affermazioni degli Apocrifi sono vere e corrette, ma molte sono false e storicamente inaccurate. Se si leggono questi libri, bisogna considerarli come documenti storici interessanti ma fallibili, non come la Parola di Dio ispirata e autorevole.

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