Domanda: "Che cos’è il greco koinè e perché il Nuovo Testamento è stato scritto in questa lingua?"
Risposta:
Koinè è una parola greca che significa “comune”. Molti riconoscono la parola koinè dalla parola koinonia, che significa “comunione”. Comunione significa avere qualcosa in comune.
Il greco koinè (o semplicemente la koinè) era la lingua comune nel mondo mediterraneo del primo secolo. Con la conquista del “mondo civilizzato” del suo tempo, Alessandro Magno diffuse la lingua e la cultura greca. Come l’inglese oggi, il greco divenne la “lingua internazionale” più comune e diffusa dell’epoca. Poiché la maggior parte delle persone era in grado di capire la lingua greca, questa era particolarmente adatta a proclamare il Vangelo in tutto il mondo.
Non solo il greco koinè era comune nel senso che godeva di un uso diffuso in tutto l’Impero romano, ma era comune anche nel senso che non era la lingua delle élite intellettuali e accademiche. Il greco classico era usato dalla classe colta. Il greco koinè era la lingua dell’operaio, del contadino, del commerciante e della casalinga: non aveva nulla di sofisticato. Era il vernacolo, o lingua volgare, dell’epoca. Le grandi opere della letteratura greca furono scritte in greco classico. Nessuno studioso oggi si preoccuperebbe di studiare qualcosa scritto in greco koinè, se non fosse perché è la lingua del Nuovo Testamento. Dio ha voluto che la sua Parola fosse accessibile a tutti e ha scelto la lingua comune del tempo, la koinè.
“Dov’è il savio? Dov’è lo scriba? Dov’è il disputatore di questa età? Non ha forse Dio resa stolta la sapienza di questo mondo? Infatti, poiché nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio per mezzo della propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione [...] Riguardate infatti la vostra vocazione, fratelli, poiché non ci sono tra di voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili, ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono, affinché nessuna carne si glori alla sua presenza. Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, affinché, come sta scritto: «Chi si gloria, si glori nel Signore»” (1Corinzi 1:20-22, 26-31). Paolo non si riferiva specificamente al greco koinè in questo passo, ma il fatto che Dio abbia usato un’umile lingua comune per esprimere le incredibili verità del Vangelo sembra adattarsi bene a questo contesto.