Domanda
Che cosa significa il detto fede alla ricerca della comprensione?
Risposta
Il detto “fede alla ricerca della comprensione” è considerato una delle definizioni classiche della teologia. L’affermazione è originariamente tradotta dal latino fides quaerens intellectum. “Fede alla ricerca della comprensione” indica che la fede nel Dio rivelato in Gesù Cristo spinge a una ricerca di comprensione più profonda.
L’espressione esatta “fede alla ricerca della comprensione” è stata introdotta da Anselmo di Canterbury (1033-1109), monaco, teologo e arcivescovo di Canterbury, nel suo libro Proslogium.
Prima di Anselmo, Agostino d’Ippona (354-430 d.C.) coniò una frase latina simile: Crede ut intelligas, ovvero “credi perché tu possa capire”. Agostino riteneva che la conoscenza di Dio precede la fede in Lui, ma la fede in Dio porta con sé un costante desiderio di comprensione più profonda. Per dirla in modo semplice, i cristiani desiderano ardentemente capire ciò che credono.
Anselmo era d’accordo con Agostino. Credeva che la fede fosse necessaria per la comprensione, ma anche che la ragione fosse essenziale per la comprensione.
Secondo Anselmo, la fede cristiana mette in moto una ricerca per conoscere e comprendere Dio e ciò che crediamo di Lui.
La fede, secondo Anselmo, spinge i credenti a cercare la comprensione in vista della gioia di conoscere Dio e di amarLo. Nel suo libro Faith Seeking Understanding: An Introduction to Christian Theology, Daniel L. Migliore spiega: “Per Anselmo, la fede cerca la comprensione, e la comprensione porta gioia”. Lo stesso Anselmo scrisse nel Proslogium: “Ti prego, o Dio, fa’ che io ti conosca e ti ami, così che possa gioire in te”.
La Bibbia incoraggia l’idea che la fede sia alla ricerca della comprensione. Gesù ha insegnato che il comandamento più grande ci invita ad amare il Signore con tutta la nostra mente (Matteo 22:37). Parlando ai discepoli in una delle Sue apparizioni dopo la risurrezione, Gesù “aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture” (Luca 24:45). La fede è ciò che vince il mondo (1Giovanni 5:4), ma questa fede è accompagnata dalla comprensione di Dio: “Ma noi sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intendimento, affinché conosciamo colui che è il Vero” (versetto 20).
In una discussione sul detto di Anselmo, la Stanford Encyclopedia of Philosophy chiarisce due idee sbagliate. Molti hanno interpretato “fede alla ricerca della comprensione” come se Anselmo sperasse di sostituire la fede con la comprensione, ma questo è tutt’altro che vero. Per Anselmo la fede è un amore attivo per Dio alla ricerca di una conoscenza più profonda di Dio.
In secondo luogo, molti filosofi hanno pensato che la “fede alla ricerca di comprensione” riguardi solo i credenti perché si parte dalla fede. Ma Anselmo credeva che la ragione da sola fosse sufficiente a convincere anche una persona moderatamente intelligente dell’esistenza di Dio. Il Monologion di Anselmo inizia con queste parole: “Se qualcuno non sa, o perché non l’ha sentito o perché non ci crede, che c’è una sola natura, suprema tra tutte le cose esistenti, che è la sola autosufficiente nella sua felicità eterna, che con la sua onnipotente bontà concede e fa sì che tutte le altre cose esistano o abbiano un qualche tipo di bene, e molte altre cose che dobbiamo credere su Dio o sulla sua creazione, penso che potrebbe almeno convincersi della maggior parte di queste cose con la sola ragione, se fosse anche solo moderatamente intelligente”.
Il motto di Anselmo “fede alla ricerca della comprensione” costituì il fondamento del sistema teologico e filosofico medievale noto come Scolastica, che cercava di unire fede e ragione in un sistema coerente.
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