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Domanda

Legge vs. grazia: perché c’è così tanto conflitto tra i cristiani su questo tema?

Risposta


Una parte dice: “La salvezza è per grazia e solo per grazia”. L’altra parte ribatte: “Questa idea porta alla mancanza di rispetto per la legge. Lo standard di giustizia di Dio nella Legge deve essere mantenuto”. E qualcun altro risponde: “La salvezza è per grazia, ma la grazia arriva solo a coloro che obbediscono alla Legge di Dio”. Alla base del dibattito ci sono opinioni diverse sui fondamenti della salvezza. L’importanza della questione contribuisce ad alimentare l’intensità della discussione.

Quando la Bibbia parla di “legge”, si riferisce alle norme dettagliate che Dio diede a Mosè, a partire dall’Esodo 20 con i Dieci Comandamenti. La Legge di Dio spiegava i suoi requisiti per un popolo santo e comprendeva tre categorie: le leggi civili, le leggi cerimoniali e le leggi morali. La Legge fu data per separare il popolo di Dio dalle nazioni malvagie che lo circondavano e per definire che cosa è il peccato (Esdra 10:11; Romani 5:13; 7:7). La Legge dimostrava anche chiaramente che nessun essere umano poteva purificarsi a sufficienza per piacere a Dio, cioè rivelava il nostro bisogno di un Salvatore.

Ai tempi del Nuovo Testamento, i capi religiosi avevano alterato la Legge e vi avevano aggiunto le proprie regole e tradizioni (Marco 7:7-9). La Legge, pur essendo buona, era debole in quanto non aveva il potere di cambiare un cuore peccatore (Romani 8:3). L’osservanza della Legge, come interpretata dai farisei, era diventata un peso opprimente e schiacciante (Luca 11:46).

È in questo clima legalistico che è venuto Gesù, e il conflitto con gli arbitri ipocriti della Legge era inevitabile. Ma Gesù, il Legislatore, disse: “Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento.” (Matteo 5:17). La Legge non era malvagia. Era uno specchio che rivelava la condizione del cuore di una persona (Romani 7:7). Giovanni 1:17 dice: “La legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo”. Gesù ha incarnato il perfetto equilibrio tra la grazia e la Legge (Giovanni 1:14).

Dio è sempre stato pieno di grazia (Salmi 116:5; Gioele 2:13) e le persone sono sempre state salvate per fede in Dio (Genesi 15:6). Dio non è cambiato tra l’Antico e il Nuovo Testamento (Numeri 23:19; Salmi 55:19). Lo stesso Dio che ha dato la Legge ha dato anche Gesù (Giovanni 3:16). La Sua grazia è stata dimostrata attraverso la Legge, dal momento che forniva il sistema sacrificale per coprire il peccato. Gesù è nato “sottoposto alla legge” (Galati 4:4) ed è diventato il sacrificio finale per portare a compimento la Legge e stabilire la Nuova Alleanza (Luca 22:20). Ora, chiunque venga a Dio attraverso Cristo è dichiarato giusto (2Corinzi 5:21; 1Pietro 3:18; Ebrei 9:15).

Il conflitto tra Gesù e i moralisti sorse immediatamente. Molti di coloro che avevano vissuto a lungo sotto il sistema oppressivo dei farisei accolsero con entusiasmo la misericordia di Cristo e la libertà che offriva (Marco 2:15). Alcuni, tuttavia, vedevano questa nuova dimostrazione di grazia come qualcosa di pericoloso: che cosa avrebbe impedito a una persona di abbandonare ogni freno morale? Paolo affronta la questione in Romani 6: “Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato, affinché abbondi la grazia? Niente affatto! Noi che siamo morti al peccato, come vivremo ancora in esso?” (versetti 1-2). Paolo chiarisce ciò che Gesù ha insegnato: la Legge ci mostra ciò che Dio vuole (la santità), e la grazia ci dà il desiderio e la forza di essere santi. Invece di confidare nella Legge per salvarci, confidiamo in Cristo. Siamo liberati dalla schiavitù della Legge grazie al Suo sacrificio una volta per tutte (Romani 7:6; 1Pietro 3:18).

Non c’è conflitto tra la grazia e la Legge, correttamente intesa. Cristo ha adempiuto la Legge a nostro favore e offre la potenza dello Spirito Santo, che motiva un cuore rigenerato a vivere in obbedienza a Lui (Matteo 3:8; Atti 1:8; 1Tessalonicesi 1:5; 2Timoteo 1:14). Giacomo 2:26 dice: “Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta”. Una grazia che ha il potere di salvare ha anche il potere di motivare un cuore peccatore verso la pietà. Dove non c’è impulso alla pietà, non c’è fede salvifica.

Siamo salvati per grazia, mediante la fede (Efesini 2:8-9). L’osservanza della Legge non può salvare nessuno (Romani 3:20; Tito 3:5). In effetti, coloro che rivendicano di essere giusti in base all’osservanza della Legge pensano solo a osservare la Legge; questo era uno dei punti principali del Sermone sul Monte di Gesù (Matteo 5:20-48; vedere anche Luca 18:18-23).

Lo scopo della Legge era, fondamentalmente, quello di portarci a Cristo (Galati 3:24). Una volta salvati, Dio desidera glorificarSi attraverso le nostre buone opere (Matteo 5:16; Efesini 2:10). Pertanto, le buone opere seguono la salvezza, non la precedono.

Il conflitto tra la “grazia” e la “Legge” può sorgere quando qualcuno 1) fraintende lo scopo della Legge; 2) ridefinisce la grazia come qualcosa di diverso dalla benevolenza di Dio nei confronti degli immeritevoli (cfr. Romani 11:6); 3) cerca di guadagnarsi la propria salvezza o di “integrare” il sacrificio di Cristo; 4) segue l’errore dei farisei nell’inserire nella propria dottrina riti e tradizioni create dall’uomo; o 5) non presta attenzione a “tutto il consiglio di Dio” (Atti 20:27).

Quando lo Spirito Santo ci guida nell’analisi delle Scritture, possiamo sforzarci di presentarci “davanti a Dio come un uomo approvato” (2Timoteo 2:15, Nuova Riveduta) e scoprire la bellezza di una grazia che produce opere buone.

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