Risposta:
La parola Gentile è una traduzione italiana della parola ebraica goyim ("popolo, nazione") e della parola greca ethne ("nazioni, gruppi di persone, popoli"). La Vulgata latina traduceva queste parole come Gentilis, e questa parola è stata poi riportata in italiano come "Gentile". Il termine si riferisce a una persona che non è ebrea.
Dal punto di vista ebraico, i Gentili erano spesso visti come pagani che non conoscevano il vero Dio. Al tempo di Gesù, molti ebrei erano talmente orgogliosi della loro eredità culturale e religiosa da considerare i Gentili "impuri", chiamandoli "cani" e "incirconcisi". I Gentili e i samaritani semi-Gentili erano visti come nemici da evitare (vedere Giovanni 4:9; 18:28; Atti 10:28).
Nel Discorso della Montagna, Gesù alludeva alla comune associazione dei Gentili con il paganesimo: "E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno altrettanto anche i pubblicani?". (Matteo 5:47). In un altro punto dello stesso sermone, Gesù ha osservato: "Ora, nel pregare, non usate inutili ripetizioni come fanno i pagani, perché essi pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole" (Matteo 6:7). In entrambi i casi, la Nuova Diodati traduce semplicemente la parola in questione con "pagani".
Gesù è venuto per offrire la salvezza a tutti i popoli, ebrei e Gentili. Il profeta Isaia aveva predetto il ministero del Messia in tutto il mondo, dicendo che egli "porterà la giustizia alle nazioni" e sarà "la luce delle nazioni" (Isaia 42:1, 6). In Marco 7:26, Gesù aiuta una donna Gentile che aveva chiesto la liberazione della figlia da un demone.
È interessante notare che sia gli ebrei che i Gentili sono menzionati nel racconto della morte di Gesù. I capi giudei arrestarono Gesù, ma fu un romano (cioè un Gentile) a condannarlo a morte e i romani eseguirono l'esecuzione (si veda la predizione di Gesù in Luca 18:32). Più tardi, gli apostoli pregarono: "Poiché proprio contro il tuo santo Figlio, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato con i gentili e il popolo d'Israele" (Atti 4:27).
Quando il Vangelo si diffuse all'inizio del Nuovo Testamento, molti Gentili si convertirono. Atti 11:18 riporta la reazione dei cristiani ebrei di Gerusalemme, che "glorificavano Dio, dicendo: «Dio dunque ha concesso il ravvedimento anche ai gentili per ottenere la vita!»". Quando i Gentili di Antiochia di Pisidia udirono la buona notizia, "si rallegrarono e onorarono la parola del Signore; e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero" (Atti 13:48).
Scrivendo alla chiesa di Roma (per lo più Gentile), Paolo comunicò il suo obiettivo: "Infatti io non mi vergogno dell'evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco" (Romani 1:16). Paolo si rendeva conto che la venuta di Gesù offriva l'opportunità di salvezza a chiunque credesse nel nome di Cristo (Giovanni 3:16).
I Gentili sono stati a lungo visti come nemici del popolo ebraico, eppure Cristo ha dato una buona notizia sia per gli ebrei che per i non ebrei. Paolo ha lodato la bontà del Signore nella sua lettera alla chiesa di Efeso (per lo più Gentile): "Eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d'Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete stati avvicinati per mezzo del sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli [Giudeo e Gentile] uno e ha demolito il muro di separazione" (Efesini 2:12-14).