Risposta:
Il traducianesimo è la credenza secondo cui, al momento del concepimento, i genitori trasmettono al bambino sia il corpo che l’anima/lo spirito. In altre parole, il bambino erediterebbe dai genitori biologici sia gli aspetti materiali che quelli immateriali del proprio essere.
Una posizione diversa è rappresentata dal creazionismo, secondo il quale Dio crea una nuova anima dal nulla ogni volta che viene concepito un bambino. Sia il traducianesimo che il creazionismo hanno i punti di forza e di debolezza, ed entrambi sono stati sostenuti da diversi teologi del passato. C’è una terza posizione, non supportata dalla Bibbia, secondo la quale Dio ha creato tutte le anime degli uomini nello stesso momento, prima di Adamo, in Genesi 1. Al momento del concepimento, Dio attaccherebbe un’anima al corpo del bambino.
Alcuni trovano supporto biblico al traducianesimo nel racconto della creazione. Genesi 2:7 dice che “Allora l’Eterno DIO formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente”. Questo ci dice che Adamo non era solo un essere fisico, con un corpo, ma aveva anche una parte immateriale fatta a immagine di Dio (Genesi 1:27); aveva uno spirito e una personalità. Le Scritture non riportano da nessuna parte che Dio abbia ripetuto questa operazione. Anzi, Genesi 2:2-3 indica che Dio cessò la Sua opera di creazione. In seguito, “Adamo [...] generò un figlio a sua somiglianza, conforme alla sua immagine, e lo chiamò Seth” (Genesi 5,3): l’espressione è simile a quella usata per la creazione di Adamo in Genesi 1,26. E, proprio come Adamo, Seth aveva un corpo e un’anima.
Salmi 51:5 dice: “Ecco, io sono stato formato nell’iniquità, e mia madre mi ha concepito nel peccato”. Fin dal momento del concepimento, Davide aveva una natura peccaminosa. Si noti che le parole io e mi indicano che Davide si considerava una persona intera (corpo e spirito) al momento del concepimento. Il traducianesimo aiuterebbe a spiegare come Davide abbia potuto possedere una natura peccaminosa al momento del concepimento: il suo spirito/anima era stato ereditato da suo padre, che aveva ereditato il suo spirito/anima da suo padre, e così via, fino all’Adamo peccatore.
Un altro passo usato a sostegno del traducianesimo è Ebrei 7:9-10, che recita: “E per così dire, lo stesso Levi, che riceve le decime, fu sottoposto alla decima in Abrahamo; egli infatti si trovava ancora nei lombi del padre, quando Melchisedek gli andò incontro” (La Parola è Vita traduce: “Si potrebbe perfino dire che lo stesso Levi, capostipite di tutti i sacerdoti giudei (e cioè di tutti quelli che ricevono le decime), abbia pagato la decima a Melchisedek per mezzo di Abramo. Perché, anche se Levi non era ancora nato, il seme con cui fu concepito era già in Abramo, quando Melchisedek gli andò incontro”). Levi è considerato “nei lombi” del suo antenato, anche prima del concepimento. In questo modo, Levi pagava le decime a Melchisedek attraverso suo nonno Abramo.
Di solito è facile risalire ai capelli rossi o alle lentiggini attraverso un genitore o l’altro. Le caratteristiche fisiche possono saltare una generazione, ma prima o poi si manifestano. Parliamo allo stesso modo dei tratti della personalità: “Oh, no, lui ha il mio carattere”; “Lei ha il temperamento di suo padre”; “Lui ama gli animali proprio come sua madre”. Non possiamo puntare a un gene che spieghi l’anima, eppure vediamo regolarmente prove di come la personalità sia ereditata dai genitori. Potrebbe essere il risultato della trasmissione dell’anima e del corpo da parte dei genitori al momento del concepimento? Le Scritture non affermano né negano chiaramente il traducianesimo.