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Domanda

Che cos’è l’elezione condizionata?

Risposta


Sebbene la Bibbia insegni chiaramente che Dio sceglie le persone per la salvezza, ci sono disaccordi sulle basi di tale elezione. L’elezione condizionata è la convinzione che Dio elegge le persone per la salvezza in base alla sua prescienza di chi riporrà la propria fede in Cristo. L’elezione condizionata dice che un Dio onnisciente guarda al futuro e decide di eleggere (o eleggere) le persone in base alla decisione futura che prenderanno di credere in Cristo. È considerata un’elezione “condizionata” perché si basa sulla condizione che l’uomo faccia qualcosa di sua spontanea volontà. Secondo l’elezione condizionata, coloro che Dio sa che giungeranno alla fede in Cristo sono eletti da Dio, mentre coloro che Dio sa che non accetteranno Cristo non sono eletti.

L’elezione condizionata è uno degli Articoli della Rimostranza che definiscono la teologia arminiana ed è una parte fondamentale di questa visione del mondo e del sistema teologico. In quanto tale, si pone in diretto contrasto con la convinzione di coloro che aderiscono alla teologia riformata, i quali ritengono che la Bibbia insegni l’elezione incondizionata, ovvero che Dio elegge le persone in base alla Sua volontà sovrana e non in base a qualsiasi azione futura della persona eletta.

Coloro che credono nell’elezione condizionata citano spesso versetti come 1Pietro 1:1-2, dove Pietro scrive “agli eletti che risiedono come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell’Asia e nella Bitinia, eletti secondo la preordinazione di Dio Padre”. La frase chiave qui è eletti... secondo la preordinazione di Dio Padre. Un altro versetto con implicazioni simili è quello di Romani 8:29-30: “Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati”.

Tuttavia, non c’è alcun dibattito o disaccordo sul fatto che Dio, poiché è onnisciente, sa in anticipo chi sarà salvato e chi no. Il dibattito tra elezione condizionata e incondizionata verte invece sulla questione se questi versetti insegnino che la “libera scelta” dell’uomo sia la causa dell’elezione di Dio o se riconoscano che Dio ha la prescienza di chi sarà salvato e chi no. Se questi fossero gli unici versetti della Scrittura che trattano dell’elezione, che la Bibbia insegni l’elezione condizionata sarebbe oggetto di dibattito, ma non è così. Ci sono altri passi molto chiari che ci dicono su quali basi Dio elegge le persone per la salvezza.

Il primo versetto che ci aiuta a capire se l’elezione condizionale è ciò che la Bibbia insegna veramente è Efesini 1:4-5: “[...] Ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore, avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà”. Vediamo chiaramente che Dio predestina o elegge gli individui “secondo il beneplacito della sua volontà”. Se consideriamo l’idea di adozione e il fatto che è Dio a sceglierci per l’adozione e che ciò è avvenuto prima della fondazione del mondo, sembra chiaro che la base dell’elezione e della predestinazione di Dio non è una scelta che potremmo fare in futuro, ma unicamente la Sua volontà sovrana, che Egli esercita “nell’amore”.

Un altro versetto che sostiene con forza l’elezione incondizionata è Romani 9:11, dove Dio parla di “quando non erano ancora nati i figli e non avevano fatto bene o male alcuno, affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio secondo l’elezione e non a motivo delle opere, ma per colui che chiama”. Sebbene alcuni vogliano liquidare Romani 9:11 come se si applicasse all’elezione collettiva e non a quella individuale, non possiamo semplicemente ignorare questa parte delle Scritture che insegna chiaramente che l’elezione non è condizionata da nulla che l’uomo abbia fatto o farà, ma si basa unicamente sulla volontà divina di un Dio sovrano.

Un altro versetto che insegna l’elezione incondizionata è Giovanni 15:16: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo”. Inoltre, in Giovanni 10:26-27 Gesù dice: “Ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore, come vi ho detto. Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono”. L’elezione condizionata dice che le persone che credono sono scelte come Sue pecore perché credono, ma in realtà la Bibbia dice esattamente il contrario. Il motivo per cui credono è che sono Sue pecore. L’elezione non è condizionata all’accettazione di Cristo come Signore e Salvatore da parte dell’uomo, ma è invece la causa della Sua accettazione.

L’elezione condizionata è l’idea che la decisione “libera” dell’uomo di accettare Cristo come Salvatore sia la base della propria elezione. Pertanto, in un senso molto reale, la decisione dell’uomo è la causa della sua salvezza. Questa visione dell’elezione è in gran parte necessaria a causa della visione arminiana del mondo, secondo la quale è l’uomo a scegliere Dio, anziché Dio a scegliere l’uomo. Nella sua forma più semplice, la teologia arminiana sostiene che, in ultima analisi, la salvezza dell’uomo dipende solo dalla sua “libera scelta” e non dalla volontà di Dio. L’elezione condizionata porta alla conclusione che le azioni di Dio nell’elezione dipendono dalle scelte del libero arbitrio dell’uomo. Questa visione dell’elezione e della salvezza rende Dio soggetto ai capricci degli uomini e alle loro decisioni, e la volontà dell’uomo diventa essenzialmente causa ed effetto della salvezza.

Per contro, nell’elezione incondizionata è la volontà sovrana di Dio a determinare chi è eletto e chi no. Pertanto, sono la volontà e la grazia di Dio ad essere completamente responsabili della salvezza dell’uomo. Tutti coloro che Dio elegge a salvezza giungeranno alla fede salvifica in Cristo, mentre coloro che Egli non elegge non lo faranno (Giovanni 6:37). In questo scenario, è Dio che ottiene la gloria per la Sua grazia e la Sua misericordia nell’offrire la salvezza a coloro che non lo amano e che non possono venire a Lui da soli (Efesini 2:1-5).

Questi due punti di vista sull’elezione non sono affatto compatibili. Una è vera, l’altra è falsa. Una fa dipendere l’elezione di Dio e, in ultima analisi, la salvezza dell’uomo dall’uomo, dando all’uomo il merito e la gloria, mentre l’altra riconosce che l’elezione e la salvezza dipendono dalla volontà sovrana di Dio. Una di queste due visioni del mondo vede l’uomo padrone del suo destino e, in sostanza, in controllo della sua salvezza, mentre l’altra vede Dio che salva i peccatori perduti e senza speranza non perché lo meritino, ma perché lo vuole. Una visione esalta l’uomo, l’altra esalta Dio. Una è una testimonianza della bontà e della capacità dell’uomo, l’altra è una testimonianza della straordinaria grazia di Dio.

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